3 Luglio 2025

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Zafferano e Neuroprotezione:

un approccio naturale nella prevenzione dell’Alzheimer

La malattia di Alzheimer (MA) è la forma di demenza più comune tra le persone di età superiore ai 65 anni, rappresentando il 50-60% di tutti i casi. Sono state proposte diverse teorie per spiegare l’origine della malattia e i meccanismi alla base della neurodegenerazione che caratterizza questa patologia. Non esiste ancora una causa unica e definitiva, ma diverse ipotesi, alcune delle quali complementari tra loro. Tra le varie teorie c’è quella amiloide o ipotesi della cascata amiloide che è quella più studiata e con maggiori ricerche scientifiche. 
La proteina beta-amiloide (Aβ) è un frammento di una proteina più grande chiamata APP (proteina precursore dell’amiloide). In condizioni normali, l’organismo elimina questi frammenti mentre nel caso di Alzheimer, i frammenti non vengono smaltiti correttamente e si accumulano nel cervello. I frammenti di beta-amiloide si aggregano fuori dalle cellule del cervello (neuroni) formando le cosiddette placche amiloidi che interferiscono con la comunicazione tra le cellule nervose. Gli aggregati di beta-amiloide innescano una reazione infiammatoria e stress ossidativo e questo danneggia o uccide i neuroni, contribuendo al declino cognitivo. L’accumulo di amiloide precede la formazione di un’altra lesione cerebrale tipica dell’Alzheimer i grovigli neurofibrillari della proteina tau, che quando è alterata si stacca dai microtubuli, si accumula all’interno delle cellule e porta alla morte dei neuroni. Ci sono molte sostanze naturali che sono state studiate per il loro potenziale ruolo nella prevenzione o nel trattamento della malattia di Alzheimer, soprattutto per le loro proprietà antiossidanti, anti-infiammatorie e neuroprotettive.
Lo zafferano (Crocus sativus) è una spezia naturale che negli ultimi anni ha attirato l’attenzione scientifica per il suo potenziale effetto benefico contro la malattia di Alzheimer. I principali composti bioattivi dello zafferano sono crocina, safranale e crocetina che hanno dimostrato avere effetti antiossidanti, anti-infiammatori e neuroprotettivi. Studi recenti su animali e sull'uomo hanno dimostrato che lo zafferano e il suo principale costitutivo, la crocina, sono efficaci contro la disfunzione cognitiva rallentando il declino cognitivo nella malattia di Alzheimer.
Un altro studio ha confrontato lo zafferano con il donepezil (un farmaco approvato per l'Alzheimer). In un gruppo di individui è stato somministrato il farmaco ed in un altro gruppo lo zafferano alla dose di 30 mg al giorno per 22 settimane. Lo zafferano è risultato efficace nel migliorare i sintomi cognitivi alla stessa maniera del farmaco donezepil ma con meno effetti collaterali gastrointestinali. Uno studio eseguito negli ultimi anni ha evidenziato che la trans-crocetina (una forma attiva della crocetina dello zafferano) è capace di degradare la betaamiloide nelle cellule monociti di pazienti con Alzheimer.
La transcrocetina stimola i monociti ad esprimere livelli più elevati di catepsin B, una proteasi fondamentale per la degradazione intracellulare della betaamiloide impedendo il suo accumulo nelle cellule e la formazione dei grovigli neurofibrillari con conseguenza riduzione del danneggiamento dei neuroni. Sulla base dei risultati scientifici si può dire che l’assunzione dello zafferano e delle sue componenti possa rappresentare una valida strategia nella prevenzione e rallentamento dell’Alzheimer. 

Riferimenti Bibliografici
1 Mohammad Saeedi M. e Rashidy-Pour A. (2021)Association between chronic stress and Alzheimer’s disease: Therapeutic effects of Saffron. Biomedicine & Pharmacotherapy 133, 110995
2 Tribuzi R. et al. (2017) Trans-crocetin improves amyloid-β degradation in monocytes from Alzheimer's Disease patients. Journal of the Neurological Sciences 372, 408–412